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Abbiamo la convinzione che nessuna teoria o singola pratica terapeutica sia in grado di
comprendere in maniera esaustiva la complessità dell'essere umano. L'unica strada percorribile per
apportare maggior beneficio è l'approccio integrato, in modo tale che ciascun individuo, sulla base
delle proprie peculiarità, possa essere il destinatario di diversi approcci.
Diviene necessario riesaminare le nostre conoscenze rimettendo al centro dell’indagine scientifica
l’uomo nella sua interezza e globalità, per permettere l’accesso anche ad un meccanismo di
autoguarigione, che sicuramente era quello adottato dai nostri avi.
Fino a quando il corpo verrà considerato come un insieme di parti separate una dall'altra che in
determinati momenti della vita necessitano di essere riparati, non potrà avvenire la guarigione,
perché non esiste guarigione senza che ci sia volontà di guarire.
Per mettere in atto questo processo è senza dubbio necessaria e fondamentale la volontà del
soggetto di guarire, perché la guarigione è una faccenda strettamente privata.
Con questo approccio si vuole dare la possibilità di vedere quello che fino ad ora non si è visto di se
stessi, che in fin dei conti è una delle principali cause del disagio, sia esso fisico o psicologico, in
modo tale da fa riemergere quella parte dormiente.
E' attraverso la traduzione del termine francese “ Mal-a-die ”: “ la malattia ha detto ”, che possiamo
dare un'idonea chiave di lettura del significato. Quindi la malattia non più come una casualità ma un
vero e proprio messaggio del corpo, per imparare ad ascoltare e interpretare senza interferire,
restando “ in ascolto ”.
Uno degli scopi di questo percorso è quello di spiegare in modo coerente i significati delle strutture
del corpo fisico umano, identificando le possibili cause conflittuali di qualche organo, per
individuarne la simbologia. Per fare questo sarà necessario chiedersi: “A cosa serve tale organo?”.
E' la risposta a questa semplice domanda che può guidare alla comprensione di un suo eventuale
malfunzionamento e alla simbologia che lo sottende. E' quella che viene definita bio-decodifica del
sintomo o senso biologico della malattia, indispensabile per intraprendere il percorso che conduce
all'autoguarigione.
la medicina del futuro
Perché Approccio Somatodinamico?
Il termine “ lesione ” deriva dal latino “ laedere ” significa danno. Se prendessimo in esame la
traduzione letterale dal latino, essa non avrebbe nessuna relazione con la salute, in quanto un danno,
a differenza di una lesione, viene definito irreparabile. Noi invece osserveremo la parte
“danneggiata” attraverso la salute, perché la salute mantiene in essa la lesione.
Perché tutto il movimento involontario è connesso alla salute, e tutte le lesioni hanno un
movimento; questo movimento è connesso alla salute. Il corpo è un'unità dove struttura e funzione
risultano reciprocamente correlate e per il mantenimento della salute è indispensabile prendere in
considerazione il movimento dei fluidi corporei e le emozioni .
Il nostro Approccio Somatodimico consente di valutare ed evidenziare movimenti inerenti al nostro
soma ma anche ciò che si muove nella nostra mente, per abbandonare la vecchia dicotomia
emozioni positive ed emozioni negative. Perché le emozioni sono tutte salutari, in quanto sono
qualcosa che unisce mente e corpo. Emozioni quali rabbia, paura e tristezza, le cosiddette emozioni
negative, sono sane come pace, coraggio e gioia. E la loro repressione e il non lasciare loro scorrere
liberamente a creare una “lesione” nel sistema. Tutte le emozioni oneste sono emozioni positive, in
quanto spontanee, vere e real.
La filosofia che sta alla base dell'Approccio Somatodinamico si basa fondamentalmente su tre
pilastri: capacità di analisi del soggetto, incremento delle capacità sensoriali e interpretazioni degli
agenti lesionali qualsiasi essi siano.
Obiettivi
L'obiettivo principale è di lavorare sulla salute, che non è altro che il riequilibrio di anima, psiche e
corpo.
E' indispensabile comprendere il funzionamento della mente e il suo rapporto con il corpo. Un
rapporto così particolare e ambivalente che s e da un parte è stretto, diretto e immediato, dall'altra
uno shock psichico può comportare una perturbazione nella mente elettromagnetica (psiche), nel
cervello biologico e in un organo periferico controllato da quella area encefalica, generando
“ lesioni ” di varia natura.
Il cervello con la sua struttura organico biologica è possibile paragonarlo all'hardware di un
computer, in cui si immettono dati provenienti dagli organi di senso, e la mente è invece il
programma di elaborazione-dati, il software.
Il nostro cervello è un organo composto da due emisferi, destro e sinistro, che sono separati da una
membrana centrale chiamata “corpo calloso”.
L’emisfero sinistro è la sede di tutte quelle attività che coinvolgono il linguaggio, la scrittura, ilcalcolo; è razionale, logico e temporale.
Invece, l’emisfero destro è atemporale e non-verbale. E' la sede delle attività creative e della
fantasia. I due emisferi, utilizzano differenti sistemi di pensiero e sono allo stesso tempo
complementari e antagonisti. Il motivo lo si ritrova nella diversa modalità di elaborazione delle
informazioni.
Le attuali condizioni di vita della maggior parte degli esseri umani, sta facendo si che l'attività del
lobo frontale si stia spostando gradatamente verso sinistra.
Non a caso, in situazioni di stress, l'attività cerebrale si posta inevitabilmente sull'emisfero sinistro.
Ne consegue l'attivazione del sistema nervoso simpatico e il corpo si irrigidisce vivendo la
situazione come se fosse di potenziale pericolo.
Invece, ascoltando musica, disegnando o dipingendo, l'attività cerebrale si concentra sull’emisfero
destro, attivando il sistema parasimpatico con conseguente rilassamento del corpo .
Attraverso l'utilizzo di specifiche tecniche visive ed uditive, ogni singolo partecipante potrà
acquisire e sperimentare in prima persona la stato di ritmo basale, caratteristica della onde cerebrali
“Alfa”; provare stati di calma e ricettività tipiche dello stato di presenza consapevole, in cui
dominano momenti introspettivi .
Le onde cerebrali “Alfa” sono proprie della mente inconscia, del sonno senza sogni, dell'abbandono
così come dello stato di veglia altamente consapevole, in grado di produrre processi inconsci di
autogenerazione e di autoguarigione.
Perché non dobbiamo dimenticare che la capacità creativa dipende direttamente dall'emisfero destro
e sia in grado di disattivare parzialmente l'emisfero sinistro.
Il maggiore utilizzo dell'emisfero destro può effettivamente far emergere le capacità creative,
essendo capace di percepire ed elaborare i dati visivi in base all'attività crea tiva svolta .
Il tutto per sostenere l’organismo nel ricreare la corretta comunicazione al suo interno, nel tentativo
di accompagnare ognuno verso uno “ stato di Neutro ”, per eliminare le “ lesioni ” o trasformarle in
qualcosa di meno dispendioso per il sistema.
Con questo approccio cercheremo di prendere coscienza che non siamo il nostro corpo, che non
siamo la nostra mente, ma che abbiamo una mente e abbiamo un corpo.